Appunto sull’articolo di Bartezzaghi (“Repubblica”, 4 settembre 2010)

Vi giuro che non lo faccio apposta. Non sono di quelle che vanno a trovare il pelo nell’uovo. Anzi, compro i più famosi quotidiani proprio per imparare, ascoltare e prendere ad esempio. Ma, puntualmente, mi capita di leggere (o di vedere) qualcosa che (a mio modesto avviso e parere) non va.

Prendiamo l’articolo “Quando la traduzione è tradizione” di Stefano Bartezzaghi, pubblicato su “Repubblica” il 4 settembre (cioè avantieri)…

Il nostro esordisce con “Da quanto tempo non si incontrava un titolo che corrispondeva al buon vecchio complemento di argomento?” Ora: lasciando perdere “il buon vecchio complemento di argomento” (che meriterebbe un post a parte), Bartezzaghi va addirittura al “De senectute” di Bobbio o al “Sugli specchi” di Eco, precisando (ad onor del vero) che “controllare non è facile, perchè i motori di ricerca considerano ‘su’ una parola troppo generica” etc etc. 

Ed è meritorio che il nostro abbia svelato la metodologia di cotanta ricerca. Ma questa “metodologia”, purtroppo, ha fatto sì che ignorasse moltissimi titoli (usciti quantomeno nell’ultimo decennio) con il benedetto complemento di argomento che ama tanto. Un libro su tutti: “Sulle regole” di Gherardo Colombo.

Sapete quanto sono appassionata ai problemi metodologici ed epistemologici del mestiere: mi sono dunque interrogata se fosse stato possibile fare una ricerca più completa ed esaustiva.

La risposta è sì: sono andata sui siti delle principali case editrici italiane digitando nel motore di ricerca INTERNO riguardante i TITOLI, qualunque parola come: ‘sulla libertà’, ‘sull’amore’, ‘sulla giustizia’ e così via (la feltrinelli.it  in questo senso è il sito più completo, poichè permette di avere un panorama più vasto rispetto ai titoli delle diverse case editrici)…

E ne ho trovati abbastanza…Non solo ristampe di classici ma volumi inediti: “Sulla libertà” di Julien Green (1990), “Sull’amore” di Paolo Crepet (2006), “Sull’amore” di Jean-Luc Nancy (2009),  e così via…

Oltre, ovviamente, lo ripeto, a “Sulle regole” di Colombo.

Insomma, “raro” sì, (rispetto alla mole impressionante di volumi pubblicati ogni anno)ma “molto raro” insomma, il titolo “alla latina”…

L’articolo di Bartezzaghi è (e non poteva mancare!) brillante, scorrevole e soprattutto atto a mettere in luce i problemi relativi alla titolazione nell’industria editoriale odierna.

Tuttavia, anche in poche righe, si è prefigurato un problema di metodologia.

E da qui a problemi di fonti e da questi a problemi di trasmissione dell’informazione il passo è breve…e a rimetterci, come sempre, è il lettore.

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